La campagna elettorale in Italia è quanto di più malsano possa esistere al mondo, e i ragazzi del MI AMI Festival lo hanno capito a loro spese.
Il 14 febbraio 2018 non verrà ricordato solamente come il giorno in cui si è celebrato l’amore, ma anche come la giornata in cui i diritti dei lavoratori sono stati inesorabilmente calpestati da chi quei diritti professa di difenderli.
In una visione che ci vorrebbe tutti metalmeccanici sottopagati, sfugge che svolgere un lavoro creativo è (per l’appunto) un LAVORO, che in quanto tale porta via tempo, studio, denaro e pratica.
Un aspetto che sicuramente è stato sottovalutato dai militanti (prima) e dai rappresentati (poi) di POTERE AL POPOLO, partito in corsa alle politiche del prossimo 4 marzo, che fa della lotta proletaria uno dei punti programmatici principali.
I FATTI:
Poco più di 12 ore fa si consumava a mezzo Facebook un botta e risposta tra aspiranti politici e giovani creativi, con oggetto della contesa le illustrazioni di Alessandro Baronciani, realizzate per MI AMI Festival e concesse esclusivamente per la campagna pubblicitaria del festival di musica indipendente.
Ecco il post integrale pubblicato sulla pagina facebook del MI AMI:
Numerosi apprezzamenti e conseguenti condivisioni del messaggio hanno portato ad uno scontro diretto sotto lo stesso. Questi gli interventi salienti:
Le dinamiche del tutto hanno portato i gestori della pagina facebook di Potere al Popolo ad una ammissione di pubbliche scuse:
Quella che è stata definita una sciocchezza, una leggerezza o mancanza di sensibilità, in realtà, cela molto di più.
Il lavoro è cambiato e anche da un bel po’, l’idea che se ne ha, invece, stenta a smuoversi da arrugginite meccaniche ormai obsolete.
Non staremo qui a lamentarci di essere sottopagati, di essere ignorati e calpestati come lavoratori invisibili, retribuibili solo con visibilità o in nero (se ci va bene). Questo è uno spunto di riflessione, un messaggio forte e chiaro con il quale in maniera lampante vi dimostriamo che le cose sono già cambiate, il mondo del lavoro si è già evoluto e con sé anche la sua classe operaia. Non indossiamo più una tuta blu ma abiti civili e rispettabili che meritano egual rispetto, siamo dietro un pc e con le capacità acquisite dopo anni di studio e fatica mettiamo il nostro saper fare al servizio della società, quella stessa che silenziosamente viviamo e modifichiamo, nei modi e nelle abitudini. Dunque, ora sta a voi adeguarvi, cambiare e rendervi conto di chi vi sta intorno.
La violazione dei diritti di proprietà intellettuale è un reato punibile e perseguibile, non una leggerezza. Se ci si erge a rappresentanti del popolo il minimo che si possa fare è conoscere la legge, osservarla e fare in modo che anche gli altri possano rispettarla.
Siamo stati abituati al malcostume, vero, ma questo non deve giustificare chiunque verrà dopo nel fare di peggio.
Rendetevi degni di stima, iniziando col rispettare chi pretendete di voler rappresentare.