Cari utenti di Roba da grafici, da oggi inizia la rubrica di interviste “Soft Chat Interview”.
Ho voluto fortemente iniziarla intervistando un “misterioso” art director bolognese, autore di una serie di piccoli capolavori digitali. Indici photoshoppati con elementi essenziali di personaggi famosi.
Nome in codice Dito Von Tease.
Come nasce Ditology?
Il progetto Ditology è partito nel 2009.
Volevo creare il mio account Facebook, ma volevo che fosse uno spazio virtuale libero dalle intrusioni dei parenti, dei colleghi e degli “amici”. Mi sono così nascosto dietro un dito.
Il desiderio di nascondermi dalla vita reale mi ha fatto riflettere sull’identità, mia e delle persone in generale … Quindi ho scelto l’immagine di un dito, per suggerire che tutti noi ci nascondiamo dietro un’immagine che vogliamo dare di noi stessi. Questo è il mio Dito: la rappresentazione delle maschere che indossiamo nella vita … probabilmente per preservare la fragile unicità individuale della nostra impronta digitale.
Quanto lavoro c’è dietro ogni tuo personaggio?
Ogni ritratto è un piccolo e dettagliato prodotto di artigianato digitale, che mi impegna dalle 8 alle 16 ore di lavoro.
Perché la scelta è ricaduta su “Dito Von Tease”? Forse per omaggiare la famosa artista di Burlesque “Dita Von Teese? Noto il cognome con una leggera modifica: Tease. Che in inglese significa “burlarsi di”… c’entra qualcosa questa fantastica scoperta con te?
Il mio nome è Dito Von Tease.
Il Dito, Ditone, Ditino, Ditozzo, Il Dì per gli amici.
È ispirato a Dita Von Teese, la famosa icona dello stile “bourlesque” una vera esperta nell’arte del travestimento.
Il suo “Teese” diventa nel mio caso “Tease”, dall’Inglese “to tease” che significa “stuzzicare”, per invitare ad una riflessione curiosa sul complicato mistero dell’identità personale …
Ed ecco anche perché, nello specifico, sono un dito indice, che chiama in causa proprio VOI e la VOSTRA identità.
Metto il Dito nella piaga: hai intenzione di svelare prima o poi la tua vera identità?
L’identità è il risultato di una complessa combinazione di vero e finto, individuale e sociale, naturale e culturale, reale e virtuale.
Nella cosiddetta “era digitale” le dita sono gli “strumenti” con cui maneggiamo touch screen, mouse e tastiere. Quindi, in un certo senso, ognuno di noi “si nasconde dietro un dito” mentre naviga in rete o nei social network. Dito Von Tease non è altro che la mia vera identità, ma digitale.
Quanto è stata importante l’apertura della FAN PAGE di Facebook per far conoscere Ditology al tuo pubblico?
La pagina fan su facebook garantisce la mia esistenza digitale. E’ la base da cui tutto parte o ritorna. Più che importante, direi vitale.
Quanto è importante interagire giornalmente con il pubblico di facebook?
E’ divertente. Puoi sperimentare ogni giorno il linguaggio e affinare la comicità, puoi creare tormentoni o influenzare certe scelte, puoi far crescere la tua reputazione giorno dopo giorno e farla crollare in cinque minuti con post da epic fail…
Raccogli informazioni e input dal social per la realizzazione di nuovi personaggi?
I personaggi che scelgo per creare le mie icone sono tratti dall’attualità, dalla storia, dall’arte, dalla politica e così via.
E i social sono sicuramente di grande aiuto per capire qual è il personaggio giusto da realizzare al momento giusto.
I più discussi in questo momento sui social sono Sara Tommasi e Povia. Non farei mai “ditratti” di personaggi del genere.
La nostra immagine è il dito dietro il quale tutti ci nascondiamo, specialmente i vip che delle loro “maschere” ci campano.
Io scelgo solo quelle maschere che hanno fatto la storia di un paese o dell’umanità intera.
Ti dico la verità: i tuoi personaggi sono davvero comunicativi. Non hanno bisogno di parole, descrizioni particolari. Quando li rivedi sei soddisfatto o ne modificheresti qualcuno?
Certo che li modificherei! Soprattutto i primi che ho realizzato, ma non trovo mai il tempo per farlo… come i primi Simpson disegnati male…
Tra loro ci sarà il tuo preferito! Qual è?
Dr. Spock tutta la vita.
L’ originalità di “Ditology” non è passata inosservata neanche all’estero. America, Oceania, Cina… ma dove vuole arrivare davvero questo dito? Hai realizzato già qualche progetto con Il dito?
Sul web ha fatto il giro del mondo, poi è arrivata la stampa con una trentina di articoli tra quotidiani e riviste da tutto il mondo, poi si sono interessate le radio europee con una serie di interviste, parallelamente è arrivata anche la tv con NBC, CNN, Deejay Tv e una decina di servizi da Cina, Giappone, Taiwan e Malesia.
Invitato a partecipare a Italia’s Got Talent e I Fatti Vostri ho rifiutato per decenza. Infine è arrivata l’editoria con due pubblicazioni su libri per bambini editi da Ripley’s e National Geographic e due pubblicazioni su cui sto lavorando in questi giorni. Oltre ad una serie di collaborazioni con attori e presentatori che mi hanno chiesto di essere “ditizzati”.
Se non mi sbaglio esiste anche un App!
Ditology Finger Portrait Creator nasce per dare a tutti uno strumento con il quale creare bellissimi e inutili “ditratti” senza limiti. Con 5.000.000 di combinazioni diverse, l’unico limite è la fantasia di chi la usa. E’ nata grazie alla collaborazione con Tinycup, una startup troppo cool di giovani sviluppatori di applicazioni Mobile e Web con sede a Bologna. Cervelli non in fuga fortunatamente…
Puoi puntare il dito contro qualcuno. Chi è il malcapitato?
Povia. Per favore smettila.
Ci dai qualche anticipazione sui tuoi prossimi personaggi “ditalizzati”?
I Ditalians, una serie di ditratti degli italiani più celebri e amati dagli italiani e dal resto del mondo. Poi sto lavorando a Dito Gandhi, il personaggio più votato nel sondaggio che ho fatto ai miei fan sulla pagina del Dito. Lo pubblicherò a giorni e sarà il primo finger portrait deciso dal mio pubblico e non da me.
Sento spesso questa frase:“Ho tante idee ma non so come applicarle”. Io penso che le idee le hanno tutti e se qualcuno non sa come applicarle dovrebbe cambiare lavoro. Sei d’accordo con me?
..oppure imparare ad applicarle..
Charles Bukowski, diceva:”La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità”. Quanto è vero questo concetto applicato al mondo della grafica? La forza del dito è anche e soprattutto nella sua semplicità?
Disegna una faccina su un polpastrello. Più facile di così!
Io ho “solo” trovato il concetto e un’estetica cool.
Qui in RDG siamo amanti della grafica e della digital art. Un consiglio che daresti a tutti? Anche due se ti va.
1) Rispettate gli altri e fatevi rispettare.
2) Non date mai due consigli
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Di seguito una galleria di immagini!
[…] Ecco che anche il simpatico utente “Dito” su FB spiega il perché della sua scelta di anonimato su internet. […]