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RE-blanding? Johnson&Johnson cambia il suo logo dopo 135 anni

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È la fine di un emblema di riferimento nel mondo del branding: Johnson&Johnson. il suo nuovo marchio va assolutamente in direzione del “BLANDING“.

Per i pochi di voi interessanti al mondo della comunicazione che ancora non lo sapessero, negli ultimi anni, il mondo del branding ha assistito a una tendenza crescente verso il “blanding”, (crasi tra la parola bland “insipido” e branding) un termine che descrive la semplificazione e l’uniformità dei loghi e delle identità dei marchi. Questa tendenza vede le aziende abbandonare design distintivi e ricchi di personalità in favore di loghi più neutri, minimalisti e spesso indistinguibili tra loro.

Se da un lato questa semplificazione può essere vista come una risposta alle esigenze delle piattaforme digitali, dove la chiarezza e la leggibilità sono essenziali, dall’altro lato rischia di erodere l’unicità e la riconoscibilità di un marchio. Il “blanding” può essere interpretato come un tentativo di apparire moderni e attuali, ma paradossalmente, mentre le aziende cercano di distinguersi in un mercato sempre più affollato, molti finiscono per somigliarsi sempre di più, perdendo quell’unicità e quel carattere che una volta li definiva. In un’era in cui l’autenticità e la connessione emotiva con i consumatori sono fondamentali, le aziende dovrebbero riflettere attentamente prima di aderire acriticamente a questa tendenza.

Il gigante farmaceutico e medico Johnson&Johnson ha recentemente svelato il suo nuovo logo, segnando la fine di un’era per uno dei marchi più riconoscibili al mondo. Ma cosa ha spinto l’azienda a prendere questa decisione e quali sono le implicazioni dietro questa mossa?

La Storia del Logo Originale Il logo originale di Johnson&Johnson, in uso per oltre 135 anni, era basato sulla firma manoscritta del co-fondatore James Wood Johnson. Questo design calligrafico, introdotto nel 1886, era diventato sinonimo di fiducia e qualità, rappresentando un legame tangibile con le radici storiche dell’azienda.

Il Nuovo Rebranding

Il rebranding è stato realizzato dal rinomato studio di design Wolff Olins famosa per aver lavorato a dei progetti come  il logo enel, axa, vigin media e al branding di TIKTOK. La decisione di rinnovare l’identità del marchio è stata presa per riflettere i cambiamenti più ampi all’interno dell’azienda, con un “focus esclusivo sull’innovazione sanitaria e sulla risoluzione delle sfide sanitarie più difficili”. L’azienda ha anche rinominato Janssen, il suo segmento farmaceutico, in Johnson&Johnson Innovative Medicine e ha introdotto Johnson&Johnson MedTech per il settore della tecnologia medica.

I prodotti Kenvue

All’inizio di quest’anno è stato annunciato che il lato consumer dell’attività di J&J, che comprende marchi come BandAid, Listerine e shampoo per bambini Johnson baby , passerà al nome Kenvue. I prodotti Kenvue continueranno a portare il nome Johnson & Johnson e il vecchio logo per il momento, presumibilmente fino a quando il vecchio stock non sarà pronto per essere sostituito con il nuovo marchio, anche marchio e stato disegnato da Wolff Olins.

 

Dettagli Tecnici del Nuovo Logo Il nuovo logo abbandona la scrittura corsiva in favore di una tipografia contemporanea fatta di un font bastoni.  La palette di colori mantiene il rosso, ma in una tonalità più brillante rispetto al precedente. L’ampersand, (&) precedentemente un elemento distintivo, ora si presenta come un simbolo più globalmente riconoscibile.

Critiche e Controversie Nonostante l’intento di modernizzare e adattarsi alle esigenze digitali, il rebranding ha suscitato diverse critiche:

  1. Abbandono della Storia: Il vecchio logo di Johnson&Johnson, in uso per 135-138 anni, era basato sulla firma manoscritta del co-fondatore James Wood Johnson. L’abbandono di un simbolo così storico e riconoscibile ha suscitato dibattito, in quanto il vecchio logo aveva molta personalità e rappresentava un legame con il patrimonio dell’azienda oltre che a un tocco umano, che ne contesto del beauty and selfcare aveva una forte correlazione.
  2. Mancanza di Personalità: Il nuovo logo ha evidentemente meno personalità rispetto al precedente formato da un carattere distintivo grazie alla sua scrittura corsiva, il nuovo logo è visto come più sobrio e in linea con le convenzioni standard del settore farmaceutico e medico e va quindi a conformarsi in un settore effettivamente austero e serio.
  3. Leggibilità vs. Personalità: Sebbene il nuovo logo sia stato progettato per una migliore leggibilità, in particolare per le piattaforme digitali, c’è una percezione che la sobrietà e la leggibilità siano state privilegiate rispetto alla personalità e al carattere distintivo del marchio.
  4. Rischi Associati al Cambiamento: Rinunciare a un marchio con così tanta storia e riconoscimento potrebbe rivelarsi una mossa rischiosa per l’azienda. Alcuni marchi, come Coca-Cola, hanno dimostrato che è possibile costruire sul branding patrimoniale e introdurre novità senza abbandonare completamente il vecchio.

Il cambiamento ha generato molto dibattito sui social media, con alcune persone suggeriscono che l’abbandono del logo originale potrebbe essere un tentativo da parte di Johnson&Johnson di distanziarsi da recenti cause legali e controversie che lo vedono ora costretto a pagare 8,9 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni per chiudere tutte le cause legali aperte con quasi 60 mila di consumatori che accusano i prodotti a base di talco della casa di essere dannosi per la salute e aver causato il cancro alle ovaie e il mesotelioma a cuasa del amianto presente nel loro bortotalco per bambini. Sebbene la decisione di rinnovare l’identità del marchio possa avere solide giustificazioni aziendali, rimane da vedere se la nuova direzione sarà accettata e abbracciata dai consumatori e dagli stakeholder nel lungo termine.

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Lombardo Marco
Lombardo Marcohttp://wiredlayer.com
Marco lombardo è il fondatore di robadagrafici.net Si occupa di aiutare i marchi a crescere. Crea identità memorabili grazie a strategie che ne rafforzano l'identità. marcolombardo@wiredlayer.com info@robadagrafici.net
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