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C’è un’idea comune e stereotipata di come dovrebbe apparire una persona depressa: triste, apatica, chiaramente sofferente. Ma la realtà è spesso ben diversa, e una campagna pubblicitaria recente mira a sfatare proprio questo mito.
Con il motto “A second glance” (ovvero “A un secondo sguardo”), la campagna sfrutta i nostri pregiudizi per presentarci diverse persone affette da depressione. L’approccio è tanto semplice quanto efficace: in un primo momento, la pubblicità mostra una persona visibilmente triste e apatica, portandoci a pensare che sia lei a soffrire di depressione. Ma è solo osservando l’immagine più attentamente che ci rendiamo conto che, in realtà, la persona realmente affetta da depressione è un’altra, camuffata sotto una maschera di normalità.
Questo metodo di comunicazione è particolarmente potente perché ci mette faccia a faccia con i nostri pregiudizi e ci invita a riflettere. Se non siamo in grado di identificare una persona con depressione in un semplice annuncio, riusciremmo a farlo nella vita reale con le persone che ci circondano?
Le fotografie, che cercano di catturare momenti e luoghi del tutto quotidiani, sono state realizzate dal fotografo tedesco Philipp Rathmer. La creatività è a cura dell’agenzia Grabarz & Partner.
Questa campagna è un chiaro esempio di come la creatività possa essere impiegata per affrontare temi sociali importanti, stimolando la consapevolezza e la comprensione. Per i professionisti del design e della grafica, è una fonte di ispirazione su come l’arte visiva possa essere utilizzata per dare voce a questioni delicate e spesso misconosciute.
Robadagrafici.net, con la sua missione di fornire valore e ispirazione alla comunità creativa, vede in questa campagna un esempio perfetto di come la comunicazione visiva possa andare ben oltre il semplice intrattenimento o la promozione di un prodotto, diventando uno strumento potente per il cambiamento sociale.