Chi non ha sentito parlare negli ultimi mesi di La La land, il musical di Damien Chazelle, vincitore di 6 premi Oscar e 7 Golden Globe?
Probabilmente però vi starete domandando perché parlare di La La land all’interno di roba da grafici, e qualcuno starà pensando che non è il luogo adatto per scrivere la recensione di un musical: avete perfettamente ragione. Ma dal mio punto di vista La La land è uno di quei film che un grafico dovrebbe vedere prima di morire!
Perché al di là della trama e della colonna sonora, per me il vero protagonista del film è il colore.
La La Land è infatti pervaso dal colore, e lo si nota già dopo pochi minuti di proiezione. Da grafici sappiamo infatti perfettamente qual è l’importanza dell’utilizzo dei colori in un progetto e i molteplici significati che questi possono trasmettere attraverso la sola percezione visiva.
In questo senso, Chazelle e Sandgren (direttore della fotografia) sono riusciti ad utilizzare il colore in modo sapiente e originale, rasentando dal mio punto di vista la perfezione. La semplicità della trama è infatti accompagnata da una fotografia che alterna palette monocromatiche, che hanno come protagonisti colori primari quali appunto il blu, il rosso e il giallo, a palette dove invece i colori primari sono posti in relazione con i loro complementari. In questo modo, la storia prosegue non solo attraverso il susseguirsi di avvenimenti, ma il programma narrativo viene a sua volta amplificato dall’utilizzo dei colori, che arricchiscono la trama trasmettendo nuovi significati. È proprio attraverso i colori che Chazelle riesce dunque ad approfondire la storia della coppia di artisti e le vite che questi scelgono di condurre.
Abbiamo visto come i colori predominanti sono proprio il blu, il giallo ed il rosso, ma cerchiamo di capire quelli che sono i significati nascosti e come questi colori nel corso della storia sono utilizzati:
Se infatti il blu racconta la vecchia Hollywood, rimandando all’idea di creatività e ai sogni dei due protagonisti, il giallo è invece utilizzato nei diversi momenti di rottura della trama rimandando ai cambiamenti che avverranno da quel momento nel percorso narrativo. Mentre il rosso sembra essere inteso come manifestazione della realtà, ed è utilizzato nelle scene in cui i due protagonisti sono costretti a confrontarsi con la vita, svegliandosi dal sogno. Il viola, al contrario, ottenuto dal mix di blu e rosso, dunque dal rapporto tra sogno e realtà, sembra rappresentare la personificazione stessa dell’amore. Ed è forse insieme al blu il colore più utilizzato lungo tutto il musical.
Per saperne di più sui significati che i colori veicolano nel corso del film vi consiglio comunque la lettura completa dell’articolo Never Shined So Brightly: The Use of Color in ‘La La Land’, in cui Zosha Millman, analizza il significato dei colori operando un’analisi semiotica.
Ultima piccola nota deve essere riservata al logo del jazz club disegnato da Mia nel corso della storia per il locale sognato da Sebastian. Il logo design “Seb’s” è infatti forse il miglior prodotto di design nella produzione del film, e ritorna protagonista nella scena finale. Il tocco di classe è dato dalla presenza della nota utilizzata al posto dell’apostrofo, le linee curve rimandano ad una immediatezza visiva straordinaria, mentre le luci al neon richiamano un’atmosfera vintage, che non delude le aspettative dello spettatore, ma concede una maggiore credibilità alla struttura narrativa.
Dunque, se dovessi esprimere un giudizio su La La land, lo definirei un capolavoro cinematografico e, se non lo avete ancora visto, ve lo consiglio assolutamente!
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[Immagini via lascimmiapensa.com]