Sarà capitato anche a voi.
Immagino.
Arriva, nella vita di ogni grafico, specie se agli esordi e meglio ancora se autodidatti (esattamente come ero io) il momento in cui si scopri gli STILE LIVELLO.
Non so a voi, per me è stata una illuminazione divina.
Lo ricordo benissimo, me ne stavo attonito davanti al monitor, con lo sguardo fisso, l’espressione non molto dissimile da quella di una mucca che guarda passare un treno.
Un testo color blu su una immagine color blu.
L’effetto fantasma, mi attanagliava il cuore.
il non poter variare il colore né dell’uno né dell’altro mi rendeva assolutamente impotente.
Ecco che, esattamente come l’apparizione della Santa Vergine di Lourdes, il supremo Dio degli stili livello mi accorse in soccorso!
Il BAGLIORE ESTERNO. (OOOOOOHHHHHH il suono di sottofondo).
Il bellissimo e regale bagliore bianco che ne scaturì (con tutte le sue opzioni) rendeva magicamente leggibile il testo.
Come spesso accade, una nocciolina tira l’altra.
Pochi secondi dopo aver scoperto il BAGLIORE ESTERNO scoprii l’OMBRA ESTERNA.
E a quel punto il tripudio dei sensi ebbe la meglio sulla mia arrancante capacità grafica.
Ebbene sì, il bagliore e l’ombra esterna facevano di me un grafico!
In una ipotetica catena alimentare, l’utilizzo di questi due stili livello mi ponevano immediatamente alla cima… e sotto tutti quelli che usavano publisher!
Come spesso accade, però, da grandi poteri derivano grandi responsabilità!
E così fù per il supremo potere di saper usare gli stili livello.
Il BAGLIORE e l’OMBRA ESTERNA funzionò per me da imprinting (esattamente come le paperelle con la mamma).
Tant’è che ancora oggi, quando mi trovo a dover usare uno dei due, non posso assolutamente fare a meno di usare anche l’altro associato.
Il BAGLIORE e l’OMBRA ESTERNA assolutamente indivisibili e sinergici, regnano sovrani in ogni mio lavoro ad imperitura memoria di quella volta che mi elevai al rango di maschio alfa dominante.