Nei giorni scorsi è arrivata su Netflix l’attesissima serie antologica Love, Death & Robots, una serie animata curata da Tim Miller (regista di Deadpool) e da David Fincher (registra di Seven, Fight Club e The Social Network)
Love Death and Robots è forse la cosa più folle partorita da Netflix fino ad oggi.
È come se BLACK MIRROR fosse catapultato in un mondo animato con tutte le conseguenze che ne derivano, tra cui, ad esempio, estremizzazione della follia, oltretutto supervisionato da DAVID FINCHER e TIM MILLER, che non sono gli ultimi arrivati.Un’antologia di cortometraggi violentissimi, pieni di sesso esplicito, robot, mostri, animazioni incredibili, con alcune scene molto crude ed altre fantasiose e divertenti, un esperimento ambizioso e inedito che apre una nuova stagione per questo tip0 di “esperimenti visivi”.
Il prodotto nella sua complessità è molto valido anche per chi ama l’animazione senza per forza dover scendere nello specifico, le storie sono complessivamente molto ben strutturate, qualcuna magari un po’ scontata come trama ma godibile e mai noiose grazie anche al format molto corto: puntante che vanno dai 6 ai 15 minuti. Un unico filo conduttore in tutte le puntate: “come l’uomo si autodistrugge”.
Non è la prima volta che un format del genere arriva al pubblico. Molti si ricorderanno di Animatrix del 2003, una collezione di corti legati alle vicende del film Matrix, in cui si esplorava il prima, il dopo e quello che succede tra un film e l’altro. Ma andando più indietro già nel 1989 un prodotto molto simile, “Carnival robot”, aveva scosso il mono dell’animazione con diversi corti animati, alcuni anche molto brutali, che parlavano dell’alienazione dell’uomo e dell’avanzamento della tecnologia. Sinceramente sembra che Fincher e Miller si siano ispirati a piene mani proprio a quel prodotto. Il voler usare più tecniche e stili grafici per raccontare queste storie di autodistruzione è stata una scelta necessaria per poter spaziare nelle varie storie fino ad arrivare ai confini dell’universo.
In questa mia recensione vorrei però evitare di dare un giudizio sulle storie ed occuparmi il più possibile degli aspetti grafici, tecnici, le soluzioni e gli espedienti che rendono questa “collezione di corti” qualcosa di davvero interessante da vedere. Probabilmente Love, Death & Robots rappresenta il meglio dell’animazione contemporanea.
1. Sonnie’s edge
Il primo, Il vantaggio di Sonnie, è un 3D iper-ralistico, skin e texturing sono di prim’ordine, non per nulla ad occuparsene è Blur Studio, gli stessi che hanno contribuito a film come Deadpool o videogiochi come Halo e LOL. Nella scena introduttiva all’arena, infatti, sembra quasi di doversi prepare per prendere il joystick e iniziare a giocare. Da notare anche la “fluorescenza” UV, un marchio di fabbrica di questo studio che lo ha usato in diverse animazioni.
Diretto da: Dave Wilson
Animato da: Blur Studio (USA)
Basato su una storia di Peter F. Hamilton
Adattamento:: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Harry Cohen
2. Three robots
Tre robot è un’altro 3D semi realistico, con un piccolo tocco di cartoon, questa volta di casa Blow studio, studio spagnolo molto famoso anche in campo pubblicitario, dobbiamo a loro le bellissime campagne 3D fatte per MTV o AXE. Dal punto di vista stilistico in realtà c’è ben poco da dire, a parte il bellissimo e funzionale character design dei tre protagonisti.
Diretto da: Victor Maldonado & Alfredo Torres
Animato da: Blow Studio (Spain)
Basato su una storia di: John Scalzi
Adattamento:: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Brad North
3. The Witness
Il testimone è una delle puntate più incredibili, sopratutto per lo stile di animazione usato, a primo acchito sembra di vedere un rotoscopio come in “scanner darkly” ma ci si accorge che i personaggi non sono poi così realistici. L’animazione sui personaggi sembra un dipinto veloce con schizzi di colore e matita grazie a un render cartoon shading sul 3D, mentre lo sfondo ha una plasticità fotografica, il tutto accompagnato da animazione 1 a 2 che dà l’impressione guardare un vecchio stop motion dando un fascino tutto nuovo a questo tipo di animazione, e con l’aggiunta delle onomatopee che “esplodono”… non vi ricorda un po’ Spider-verse?
Diretto da: Alberto Mielgo
Animato da: pinkman.tv (Spain)
Written by: Alberto Mielgo
Sound Design: Alberto Mielgo
4. Suits
Tute meccanizzate è la seconda opera firmata da Blur studio, in questo caso abbiamo un 3D molo toony. Questa puntata è interamente girata in uno stile dove il 3D si sposa sapientemente col 2D, ed è in realtà una tecnica che abbiamo già avuto modo di apprezzare proprio da Blur per i video di Legue of Legends. I colori forti e tratti usati nello stile rafforzano il senso di questa puntata che urla ‘Muereeica!
Diretto da: Frank Balson
Animato da: Blur Studio (USA)
Basato su una storia di: Steven Lewis
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design: Igor Comes
5. Sucker of souls
Il succhia anime, realizzato dal giovane studio francese La Cachette, ci consegna uno splatter horror in un’animazione 2D molto semplice, a tratti ricorda i classici francesi come Tintin, ma con esagerazioni nei tratti e una cupezza di opere come Maus. Il dettaglio per il gore supera anche certi anime, famosi per essere dei capisaldi del genere.
Diretto da: Owen Sullivan
Animato da: Studio La Cachette (France)
Basato su una storia di: Kirsten Cross
Adattamento: Philip Gelatt
Music by: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Craig Henighan, Troy Prehmus
6. When the yogurt take over
Ho adorato il dominio dello yogurt per la semplicità con cui e stato costruito il pretesto della la puntata: “e se lo yogurt diventasse senziente?” questo è il secondo corto di Blow studio che mette in mostra uno stile 3D che ricorda lo stop motion fatto con la plastilina, forme semplici ma di grande effetto comico.
Diretto da: Victor Maldonado & Alfredo Torres
Animato da: Blow Studio (Spain)
Basato su una storia di: John Scalzi
Adattamento: Janis Robertson
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Troy Prehmus
7. Beyond the Aquila Rift
Oltre Aquila è uno degli episodi più fotorealistici della serie realizzato da UNIT, giuro che per alcune scene ho avuto il dubbio che stessi guardando degli attori in carne e ossa. Ma l’episodio non spicca né per questa qualità né per la storia, che sembra uscita da un URANIA degli anni 90, l’unica cosa che davvero reputo degna di nota è la scena di sesso, penso sia una delle migliori mai prodotte in CGI.
Diretto da: Léon Bérelle, Dominique Boidin, Rémi Kozyra, Maxime Luère
Animato da: Unit Image (France)
Basato su una storia di: Alastair Reynolds
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Maxime Hervé
Sound Design: Yellow Cab Studios
8. Good Hunting
Buona caccia è un anime, anzi un K-animation puro, in piena regola. mostrando quanto ancor al’animazione classica abbia ancora tanto da regalarci anche se mista alle più innovative tecniche di animazione 3D.
Diretto da: Oliver Thomas
Animato da: Red Dog Culture House (South Korea)
Basato su una storia di: Ken Liu
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Jordan Wilby
9. The Dump
Su “la discarica” nessuna lode e nessuna infamia. Un classico cartoon 3D, anche la storia molto blanda sinceramente, sembra quasi un esercizio di fine anno alla scuola di animatori 3D.
Diretto da: Javier Recio Gracia
Animato da: Able & Baker (Spain)
Basato su una storia di: Joe Lansdale
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Michael Schapiro
10. Shape-Shifters
Mutaforme, un’altra opera dello studio Blur, anche qui un 3d iper realistico straordinario e sempre molto coerente con tutta la fotografia.
Diretto da: Gabriele Pennacchioli
Animato da: Blur Studio (USA)
Basato su una storia di: Marko Kloos
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design: Gary Zacuto, Chris Pinkston
11. Helping hand
Dare una mano, altro 3D iperrealistico ma non eccelso, nonostante ciò la scena splatter fa distogliere lo sguardo ai più deboli di stomaco, nei pochi minuti della puntata pensavamo di vederci un riciclo di Gravity e invece sono riusciti a concentrare tutta l’angoscia presente nel film 127ore.
Diretto da: Jon Yeo
Animato da: Axis Studios (UK)
Basato su una storia di : Claudine Griggs
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Brad North
12. Fish Night
La notte dei pesci mischia in maniera equilibrata e molto godibile diverse tecniche, la prima che salta all’occhio sono i personaggi in rotoscope, sfondi in mattepaintig si fondono con gli elementi 3D, vengono usati diversi trucchi di profondità di campo per ottenere un armonioso risultato visivo, i pesci sono quel tocco Disney alla “Fantasia” che con il contrasto di questi colori attira la nostra attenzione come falene verso la luce.
Diretto da: Damian Nenow
Animato da : Platige Image (Poland)
Basato su una storia di: Joe Lansdale
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Paweł Górniak
Sound Design: Wojciech Chołaścińskill
13. Lucky 13
Dolci tredici anni è un altro corto 3D iperrealistico che sembra però nettamente di qualità inferiore rispetto agli altri, sopratutto dal punto di vista della “fisicità” degli attori. ciò che forse salva un po’ la puntata è l’enorme quantità di action stipata in così poco tempo. Sembra quasi un trailer di un videogioco a cui purtroppo non potremo mai giocare.
Diretto da: Jerome Chen
Animato da: Sony Pictures Imageworks (Canada)
Basato su una storia di: Marko Kloos
Adattamento: Philip Gelatt
Music by: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Craig Henighan, Jordan Wilby, Troy Prehmus
14. Zima Blue
Zima Blue, con uno stile cartoon minimalista che ci ricorda molto le animazioni di cartoon network come Steven Universe e Samurai Jack ci accompagna in un racconto onirico e misterioso che punta anche il dito contro il mondo critico dell’arte. Le animazioni colorate, vibranti e pittoresche diventano un modo per esaltare quello che vediamo. Per quanto la maggior parte dei personaggi sia in 2D il tutto si muove in un ambiente tridimensionale anche se viene dato un grande risalto alle texture, le pennellate che spesso caratterizzano gli sfondi e i tratti a carboncino in certe scene.
non potevo aspettarmi di meno da Passion Animation Studios, probabilmente, pur senza saperlo, anche voi avete visto qualcosa fatto da loro, come, ad esempio, i video dei gorillaz o una delle centinaia di pubblicità del loro studio.
Diretto da: Robert Valley
animato da : Passion Animation Studios (UK)
basato su una storia di: Alastair Reynolds
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Ben Locket
Sound Designer, Mixer & Editor: Adrian Rhodes
15. BLINDSPOT
Punto cieco potrebbe non brillare per l’animazione e per la storia, ma, c’è da dire che, a differenza delle altre produzioni questo corto è stato realizzato da un duo creativo russo e non da un intero studio, il che sembra anche dargli una certa libertà di animazione ispirandosi in parte a stili americani e in parte ai classici di animazione giapponese.
Diretto da: Vitaliy Shushko (Russia)
Animato da: Elena Volk (Russia)
storia originale di: Vitaliy Shushko
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Andrew Ellerd
16. Ice Age
Tra tutte le puntate di Love, Death & Robots, Era Glaciale è l’unica con veri attori, ed è anche l’unico diretto proprio da Tim Miller. il richiamo a giochi come Age of Empire, Civilization e Sim City è fortissimo e davvero divertente.
Diretto da: Tim Miller
Basato su una storia di: Michael Swanwick
Adattato: Philip Gelatt
Direttore della fotografia: Ken Seng
fx: Digic Pictures (Hungary), Blur Studio (USA)
17. Alternate Histories
In uno stile flat e minimale che si fonde con sfondi 3d e filmati viene presentato questo fantomatico “multyversity”, Alternative Storiche, che è il programma più desiderato del momento (vi prego qualcuno lo inventi!). Lo studio, la caratterizzazione e sopratutto tanti piccoli dettagli ricercati nel design rendono questa puntata una delle migliori, alla terza visione scopro ancora dettagli che mi erano sfuggiti in precedenza.
Diretto da: Victor Maldonado & Alfredo Torres
Animato da: Sun Creature Studio (Denmark)
basato su una storia di: John Scalzi
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns
Sound Design & Effects: Brad North
18. Secret war
La guerra segreta è ultima puntata di questa antologia, affidata alla casa ungarese DIGIC, famosi per aver lavorato su quasi tutti i capitoli di Assassin’s Creed, Destiny e molti altri videogiochi dotati di scene in Gci rimasti memorabili nel tempo. Qui il 3D dei personaggi e un po’ deforme, grottesco a voler sottolineare implicitamente quanto la guerra “imbruttisca” le persone. Lo sviluppo del character design è a livelli altissimi conferendo personalità agli attori virtuali che risultano molto credibili anche nei movimenti.
Diretto da: István Zorkóczy
Animato da: Digic Pictures (Hungary)
basato su una storia di: David W. Amendola
Adattamento: Philip Gelatt
Musica: Rob Cairns & John R. Graham
Sound Design & Effects: Craig Henighan, Jordan Wilby, Troy Prehmus
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