fbpx
martedì, Dicembre 3, 2024
HomeMagazineEditorialeQuando la strage fa marketing

Quando la strage fa marketing

-

Prima del 7 Gennaio 2015 si contavano sulle dita di una mano la quantità di Italiani che conoscessero o avessero anche solo sentito parlare di Charlie Hebdo, nello stesso giorno tutti erano diventati Charlie. Tutti con la stessa immagine del profilo: Je suis Charlie, logo che iniziò a comparire su gadget di ogni tipo, dalle magliette alle spillette fino alle cover per l’i-phone “grazie” a quelle persone, o anche sciacalli, che fiutarono l’affare. La cosa non passò inosservata, molti si indignarono, in certi momenti bisognerebbe fermarsi e riflettere su dove sta finendo l’umanità, senza pensare di cambiare le cose indossando una maglietta a lutto, colorando l’avatar con la disgrazia del momento, cambiando la cover del telefonino.

cover iphone je suis jharlie
Invece il genere umano continua a sorprendere, mostrando continuamente il lato peggiore di sé. A pochi minuti dall’inizio dei tragici avvenimenti di Parigi, anziché chiedersi il perché di tanta brutalità, ecco entrare in campo lo sciacallo, amico di un grafico compiacente o grafico lui stesso (non lo escludiamo!) che lavora subito al logo-simbolo della tragedia, per sfruttarlo al meglio, perché LA STRAGE FA MARKETING, la strage regala bizzeffe di likes o peggio, fa guadagno, lucrando sulla pelle di chi, suo malgrado, ha risposto con la puntualità a quell’appuntamento con il destino beffardo. Cosi, mentre tutta Parigi e il mondo intero , interamente sotto shock, cercavano di capire cosa stesse accadendo, i fomentatori dell’internet 2.0, che avevano l’unica fortuna di non abitare dove tutto si stava compiendo, creavano materiale ad hoc per confondere le masse e regalarsi quel briciolo di vana celebrità.

“Ma a me che me ne frega?” Niente. A meno che non vi chiamiate Veerender Jubbal: vivete in Canada siete un blogger di videogiochi e siete stati photoshoppati con un Corano in mano, turbante e cintura di bombe e mezzo mondo vi sta cercando per farvi la festa; infatti VENGHINO SIGNOORI E SIGNORE UN PUGNO =  UN LIKE..Credibile quel fotomontaggio, talmente credibile che ancora oggi il tweet di TGnews24 con suddetta foto è ancora online.

Schermata-2015-11-17-a-11.12.15

Vabbé, cosa possiamo aspettarci da uno dei maggiori portali d’informazione italiana… Andiamo oltre? Bene. Tra le facce che dall’arcobaleno sono passate al tricolore francese scorgo altre photoshoppate geniali, come, ad esempio, la bomba from Paris with love, con tanto di commenti del genere “non vi meritate che queste!” da gente che tre post prima diceva: “dovremmo vivere tutti in pace, rispettando ognuno il proprio credo. Basta guerre!”.

2E7E2BC500000578-0-image-a-22_1447672111883
Ma tranquilli, non sono loro ad essere confusi, lo sono io quando scopro che a nome della ragazza veneziana vittima degli ultimi eventi vengono aperte decine di pagine a caccia di like che tra qualche mese, quando la gente se ne sarà dimenticata, cambieranno il nome da Valeria Solesin a Video buffi e divertenti di Gattini Buffolosi.”

Senza titolo-1
Tutto questo non può che provocare una sola reazione: ribrezzo. In un momento così delicato in cui forse l’unica manifestazione di rispetto dovrebbe essere quella del silenzio, l’uomo fa sfoggio della sua stupidità miseramente mascherata da buonismo e dissacrazione; un alibi, questo, destinato a cadere per mostrare tutto il suo squallore.

[alert style=”warning”]Questo articolo è stato scritto il giorno seguente agli attentati di Parigi, è stato scritto da Marco Lombardo, Loredana Guercia, Barbara de Monaco e Chiara Bonacini. Abbiamo però scelto di non pubblicarlo immediatamente,  e posticiparne la pubblicazione a più di una settimana dalla strage, forse per non cader anche noi nel tranello del “parlarne perché fa notizia”, forse per un nostro processo di lutto interiore, o forse perché volevamo essere sicuri di non essere preda di un’ onda emotiva e forse anche perché prima di parlare di questo ci è sembrato giusto e più rispettoso dare spazio  a quelle persone raffigurate nella foto in apertura dell’ articolo, alle vittime di questa follia umana, voluta solo dal uomo, non dalle religione[/alert]

Salva

Commenta

Commenti

Lombardo Marco
Lombardo Marcohttp://wiredlayer.com
Marco lombardo è il fondatore di robadagrafici.net Si occupa di aiutare i marchi a crescere. Crea identità memorabili grazie a strategie che ne rafforzano l'identità. marcolombardo@wiredlayer.com info@robadagrafici.net
- Advertisment -