Negli ultimi giorni circola sul web un video mozzafiato realizzato per il museo di Dalì di St. Petersburg.
In molti si sono chiesti come sia stato realizzato e alcuni si sono sbilanciati in analisi frettolose e figlie della confusione che domina sull’argomento, affermando si tratti di REALTÀ AUMENTATA. Peccato sia “semplicemente” un ottimo esempio di REALTÀ VIRTUALE, attraverso il quale è possibile immergersi nelle atmosfere, nei colori e nelle forme tipiche di “Reminiscenza Archeologica dell’Angelus di Millet“, dipinto di Dalì.
(realizzato da Sam Luchini e Roger Baran, direttori creativi dell’agenzia Goodby Silverstein &Partners.)
Ma Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, poi, cosa sono?
Spesso confuse tra loro, rappresentano l’ultima frontiera dello sviluppo tecnologico.
Facciamo chiarezza.
La Realtà Virtuale nasce dalla volontà di “replicare” la realtà attraverso mondi ed elementi tridimensionali, navigabili attraverso visori 3d. L’utilizzo di questa tecnologia è ormai esteso a svariati campi come istruzione, simulatori di volo, simulatori chirurgici, architettura, turismo, videogiochi, etc.
Viceversa, la Realtà Aumentata (AUGMENTED REALITY – A/R) utilizza elementi e mondi 3d SOVRAPPOSTI al nostro contesto reale. Gli elementi virtuali generati dal computer si sovrappongono alla percezione umana, costituendo informazioni in più a disposizione del fruitore; il tutto ripreso da adatti dispositivi preposti .
La DIFFERENZA sostanziale tra le due tecnologie sta nel concetto di SIMULAZIONE utilizzata. La realtà virtuale sfrutta un sistema di tipo immerso che trucca/altera la nostra realtà, ingannando così i nostri sensi attraverso elementi ricreati interamente al pc. In modo totalmente differente la realtà aumentata AGGIUNGE INFORMAZIONI virtualmente avanzate a tutto ciò che ci circonda e che percepiamo. Non si tratta di un accrescimento sensoriale limitato all’aspetto visivo, poiché la tecnologia consente di applicare questo tipo di “simulazione avanzata” persino ad olfatto, udito e tatto.
Chi sono i professionisti che operano con queste tecnologie? A questo punto sorge un problema di “definizione” trattandosi di figure emergenti. Di sicuro non li si può definire dei semplici DESIGNER, termine ristretto ad una mera progettazione statica. Chi “armeggia” con questo tipo di prototipazioni dinamiche è più di tutto un DEVELOPER, capace di sviluppare, appunto, dati ed elementi abilmente intrecciati col nostro vissuto.
Matrix, forse, non è poi così lontano.